demarrare

«Taluni avevano dei veri cronometri, cioè, (spiegavano), misuratori del tempo: con una terza, quarta e quinta lancetta, sottilissime: l’ultima addirittura filiforme, che demarrava in velocità solo premere, tìc!, un pernetto segreto, con il polpastrello del pollice» (L’A 173-74, CdD 153).

A volte Gadda sembra inventare, mentre attinge a fonti diverse. E non tutti i dizionari se ne accorgono. Nella rappresentazione degli orologi-cronometro degli emigranti in Parapagàl, piccolo-borghesi «in fase ascensionale», assurti a un’«élite matematico-geomantica» (L’A 174) grazie all’ostensione dell’orologio, per lo scatto della quinta, «filiforme» lancetta viene adibito un francesismo (démarrer, ‘avviarsi, partire, mettersi in moto’) che ai compilatori dei supplementi del GDLI è parso – sulla base di QP 173, dove a demarrare «tra nuvoli di polvere lasciando a mormorare le ragazze» è il maresciallo Fabrizio Santarella ‒ coniazione gaddiana: «Partire bruscamente, sgommando (un’automobile, una motocicletta)». Si tratta invece di uno dei prediletti tecnicismi: in ambito marinaresco demarrare vale infatti ‘sciogliere gli ormeggi’, e quindi ‘salpare’ (démarrer: «sciogliere una corda amarrata a qualche luogo», Vocabolario di marina in tre lingue, a cura di Simone Stratico, Milano, 1818). E la folla degli emigranti «attavolati» è, per l’appunto, approdata, «col suo ingegno e la sua forza di volontà» (L’A 174), alle coste del Parapagàl; via nave. Anche il corrispondente sostantivo démarrage, usato ironicamente con valore estensivo («il démarrage della poesia ti lascia nel naso come il pizzicore d’una vaga intenzione endecasillabica e sonettifera», L’A 150), non è neoformazione gaddiana: in uso in Francia dal 1904, era già stato impiegato, nella forma italianizzata, per esempio da Manlio Cancogni (GDLI ad vocem).

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