Bafoué
«E dopo sei mesi il marchese la impalmava, facendola sua per sempre; ed al convito nuziale dato nella splendida villa De Fernaie erano invitate anche Clara e Violetta, le quali nel frattempo si erano pure fidanzate con due bravissimi giovanotti, un po’ vivaci è vero, che pure furono tra gli invitati: certo Régimbaut e certo Saligaud. Uno era marinaio e l’altro guardia forestale, e, fra tanti signori, si trovavano un po’ impacciati. Ma un brindisi pieno di spirito democratico del sindaco Bafoué, auspicante alla felice soluzione del problema sociale, rimetteva ogni cosa a posto e a tutti parve di trovarsi proprio in casa loro» (RI 499).
Il sindaco Bafoué appartiene di diritto alla schiera dei «fugaci e memorabili» (Claudio Vela, Fugaci e memorabili. Per un’anagrafe dei personaggi-hapax del «Pasticciaccio», in QI, 1, 2010, pp. 107-25) tra i personaggi gaddiani: titolare di quest’unica apparizione nell’intera opera, si fregia di due soli tratti: è in possesso di spirito democratico, ed esibisce un cognome dalla grafia francesizzante. L’attribuzione di senso alla tessera onomastica è autorizzata da una più trasparente occorrenza in Eros e Priapo, dove il furor erotico delle Marie Luise si ingigantisce al suono delle parole «de la patria, del kuce, degli immortali destini, dell’Inghilterra che ha da scontare i suoi delitti»: parole sacre, che mai le vestali mussoliniane soffrirebbero di sentire pronunciare «con voce badinante o, peggio, bafouante» (EP 124), cioè ‘scherzosa o beffarda’. Il doppio neologismo è dunque un mero calco, dal francese nel secondo caso, dal francese contaminato col dialetto milanese nel primo («Badinà. Scherzare. Celiare», secondo il Cherubini). Funzionali alla satira sono anche le altre occorrenze in Eros e Priapo: la dove si irride «l’odio verso la nazione e il popolo francese che han dato all’Europa e alla civiltà umana e al pensiero umano e allo spirito umano e alla storia della libertà morale umana quello che hanno dato. E che avevano il solo torto di bafouer ne’ loro giornali d’umore un maccherone furioso, Pulcinella finto Cesare, e di vomitarne fuori dalle loro anime quotidianamente la sudicia imagine» (221), e viene prelevato a bella posta un vocabolo dalla lingua additata al patrio disprezzo; e nel ritratto di una signora con salotto ai Parioli, «impellicciata e ingioiellata dal consorte gerarca, ma da lui completamente bafouée (in italiano trascurata, in inglese lovelorn)» (93), dove la traduzione gaddiana ammorbidisce forse ironicamente il significato, valendo bafouer «Railler sans pitié, traiter avec un mépris outrageant, tourner en dérision» (Trésor de la Langue Française). Mentre, per chiudere il cerchio, un altro caso di autotraduzione riconduce non il verbo badiner ma l’aggettivo corrispondente all’area semantica del dileggio: «[I folli narcissici] Odiano naturalmente la Francia e i Francesi per quel loro tono badin (sfotticchiante), che li fa uscir pazzi in una rabbia sulfurea» (EP 159).
Tornando al passo del Racconto italiano, il sindaco è un caso esemplare di quello che vorrei chiamare “ossimoro onomastico”, perché lo spirito democratico appena dichiarato è subito negato dal nome, così che il ritratto nel suo complesso va inteso ‘pieno di spirito democratico simulato’ o, più semplicemente, ‘vuoto di spirito democratico’. Prova – se mai servisse – di come l’anagrafe non sia mai, in Gadda, semanticamente inerte, Bafoué si allea coi nomi circonvicini, insieme ai quali tesse una sorta di secondo livello della pagina: che è superficialmente la parodia di un romanzo d’appendice, ma contiene anche i segnali (onomastici) della sua disarticolazione. Allora, ai nomi di estenuato romanticismo Clara e Violetta (come dimenticare la «Violetta … di quint’ordine» cantata da Adalgisa in L’A 529?) si accompagnano quelli dei fidanzati, il marinaio Régimbaut (che rimanda da un lato al verbo régimber, ‘recalcitrare’, ma evoca anche, per bisticcio di suoni, il maledettismo e la sessualità incerta del poeta sui cui «richiami marinareschi» Gadda sarebbe presto tornato, VM 192) e il «mascalzone» (questo il significato della voce francese) Saligaud.
mariarosa bricchi